venerdì 9 novembre 2007

Barry Lyndon


Un film, un romanzo
Il film Barry Lyndon (1975), diretto dal regista americano Stanley Kubrick (1928-99), è tratto dal romanzo omonimo dello scrittore inglese William Thackeray (1811-63) ed è ambientato nell'Inghilterra del Settecento.

La vicenda
Redmond Barry, giovane irlandese di modeste origini, fugge dal paese natìo, in seguito a un duello con un ufficiale dell'esercito. Per evitare di essere processato, Barry si arruola nell'esercito inglese e partecipa alla guerra dei Sette anni (1756-63). Fatto prigioniero, viene costretto a svolgere il ruolo di spia presso gli inglesi; dopo un breve periodo riesce però a fuggire con l'aiuto di un diplomatico di origine irlandese, il cavaliere di Balibari. Quest'ultimo è in realtà un avventuriero che viaggia per l'Europa frequentando i salotti aristocratici in veste di giocatore di professione. Sinceramente affezionato a Barry, il cavaliere Balibari decide di condurlo con sé nei suoi viaggi e di insegnargli il "mestiere" di giocatore (e di baro). L'esperienza per Barry riveste grande importanza, perché il giovane impara a frequentare gli ambienti aristocratici, anche se essere "giocatori" comporta i suoi rischi, specialmente quando si viene sorpresi a barare. Dopo una lunga serie di peripezie - amori, fughe, duelli - Barry trova l'occasione della sua vita: conosce Lady Lyndon, giovane aristocratica, vedova e madre di un bambino, Bullingdon. I due si innamorano e si sposano e Barry a questo punto sembra essere arrivato al culmine del successo: può contare sulle ricchezze della moglie dalla quale avrà anche un figlio e gli si presenta la possibilità di acquistare un titolo nobiliare. Ma la situazione precipita e la fortuna abbandona Barry: il giovane figlioletto muore in un incidente e Barry, che lo aveva profondamente amato, disperato comincia a disinteressarsi a qualsiasi attività che aveva intrapreso; sfuma inoltre la possibilità di acquisire l'agognato titolo nobiliare. A complicare ulteriormente la vicenda, peggiorano sempre più i già difficili rapporti di Barry con Bullingdon che lo detesta da sempre. Raggiunta la maggiore età, il giovane sfida a duello il patrigno che, esperto di duelli, rinuncia a combattere davvero per timore di uccidere il ragazzo. Questi invece ne approfitta e ferisce gravemente Barry. Dopo il duello Barry, che ha perso l'uso di una gamba, verrà scacciato dalla casa di Lady Lyndon e farà ritorno in Irlanda, poco più ricco di quando era partito.

La ricostruzione storica
Il film presenta molti spunti di grande interesse storico. Innanzitutto è una ricostruzione precisa degli ambienti tardo settecenteschi. L'abbigliamento, le acconciature e il trucco degli attori imitano con molta cura l'originale settecentesco in tutti i particolari, persino nella biancheria intima (Kubrick lo riteneva un elemento importante perché voleva che gli attori si muovessero sul set come personaggi dell'epoca). Per rendere ancora meglio l'idea dell'ambiente reale del Settecento, privo di luce elettrica, Kubrick utilizzò per alcune riprese una pellicola talmente sensibile da poter raccogliere l'immagine con il semplice utilizzo della luce delle candele. Anche le scene di combattimento mostrano con molta accuratezza le strategie belliche prima delle novità introdotte da Napoleone alla fine del XVIII secolo. Il film però è anche una preziosa ricostruzione della società europea settecentesca che, dietro gli ambienti sontuosi, gli abiti eleganti e le buone maniere, nascondeva una realtà ben diversa. Si tratta infatti di un mondo in cui la violenza svolge un ruolo di primo piano, come mostrano le scene sulla vita militare, sulla guerra, la composizione dei contrasti attraverso i duelli. Ma soprattutto è un mondo in cui le differenze di ceto sono ancora molto rigide, come è dimostrato dal fallimento della scalata sociale di Barry. D'altro canto, la società dell'epoca, ricostruita nel film, è dominata anche dall'egoismo, dalla ricerca della ricchezza e dalla strumentalizzazione dei rapporti umani. In fondo il fallimento di Barry è il risultato, non solo del rifiuto della nobiltà di accoglierlo tra le sue fila, ma anche della sua incapacità di essere egoista fino in fondo, di avere al contrario umane debolezze: l'amore sincero per il figlio, la cui morte l'ha condotto alla disperazione e la scelta cavalleresca di non uccidere il figliastro, che gli costa la mutilazione e la perdita di tutti i privilegi.

Nessun commento: