venerdì 9 novembre 2007

Il gladiatore



Regia:
Ridley Scott
Produzione: Dreamworks, USA 2000
Interpreti:
Russell Crowe
Joaquin Phoenix
Connie Nielsen
Oliver Reed
Richard Harris
Durata: 155'


l film

Con il film Il Gladiatore, realizzato negli Stati Uniti d'America nel 2000, si è assistito al ritorno, da parte dei produttori cinematografici americani, al cinema storico di ambientazione romana che era stato abbandonato per alcuni decenni. Ovviamente molte cose sono mutate nel modo di girare questi film rispetto al passato. Le scenografie sono più spettacolari e dettagliate, soprattutto per merito dei nuovi strumenti elettronici e informatici utilizzati nell'elaborazione dei film. Anche il linguaggio delle immagini è cambiato: prevale oggi un linguaggio molto più concitato, fatto di frequenti cambi di inquadratura e di movimenti di macchina molto veloci. Che dire invece della verosimiglianza storica? Da questo punto di vista Il Gladiatore sembra rientrare nella tradizione dei film tanto suggestivi e spettacolari, quanto non sempre attendibili sul piano della precisione storica. Ciò non toglie, come vedremo, che anche questa pellicola, pur con i suoi limiti, possa fornire qualche utile informazione storica.

La trama
Il Gladiatore narra le vicende del generale romano Massimo che, dopo aver portato a termine vittoriosamente una campagna militare contro le popolazioni germaniche, viene designato dall'imperatore Marco Aurelio a succedergli al trono. Il figlio di Marco Aurelio, Commodo, venuto a conoscenza di questa decisione, uccide il padre prima che l'abbia resa pubblica e, divenuto imperatore, ordina ai pretoriani di assassinare Massimo e la sua famiglia. Massimo, benché ferito dai pretoriani e sconvolto per la morte dei familiari, riesce a sopravvivere, ma viene ridotto in schiavitù e costretto a fare il gladiatore. Tornato a Roma in tale veste, riesce infine a uccidere l'imperatore e a vendicare Marco Aurelio e la propria famiglia.

La Roma della fine del II secolo
Come si può notare già dalla trama del film, Il gladiatore contiene molte inesattezze storiche. Innanzi tutto, secondo le fonti dirette in nostro possesso, Marco Aurelio (121-180) morì di peste e non fu ucciso dal figlio Commodo (161-192). Quanto a quest'ultimo, è probabilmente vero che fu una sorta di psicopatico che governò Roma in modo tirannico e capriccioso. Non corrispondono invece alla realtà storica le vicende relative alla sua morte. Morì, infatti, in seguito a una congiura di palazzo organizzata da alcuni suoi favoriti, timorosi di non essere più nelle sue grazie. L'esecutore materiale dell'omicidio fu effettivamente un gladiatore; questi, però, non era un ex generale romano e l'assassinio ebbe luogo in un palazzo imperiale e non certo nell'arena del circo.
Ma soprattutto appare assai poco corretta la ricostruzione della situazione politica dell'epoca. A un certo punto del film si attribuisce a un gruppo di senatori il progetto di restaurare la repubblica, che viene descritta come un'istituzione democratica. In realtà, anche prima della nascita dell'impero, la repubblica romana era un sistema politico di tipo prevalentemente oligarchico, con ristretti spazi di democrazia. Inoltre è piuttosto improbabile che alla fine del II secolo d.C. vi fossero molti senatori disposti a battersi per la restaurazione della repubblica; il loro principale obiettivo era più probabilmente quello di mantenere i propri privilegi e di essere coinvolti dall'imperatore nella gestione dello stato romano.

La battaglia contro i germani
Una delle scene più spettacolari del film è senza dubbio quella iniziale, in cui viene rappresentata una battaglia contro le popolazioni germaniche conclusa vittoriosamente dai romani. Benché molto suggestivo, questo episodio non è privo di imprecisioni e anacronismi storici. Il più clamoroso è quello riguardante le tecniche di cavalcatura e l'uso della cavalleria in battaglia. Nel film i romani cavalcano usando le staffe, il che è impossibile, visto che questo finimento verrà introdotto in Europa non prima dell'VIII-IX secolo. Inoltre, non potendo controllare saldamente i cavalli con le staffe, i romani non avrebbero potuto realizzare un'azione di cavalleria come quella rappresentata nel film, che avviene su un terreno molto ripido e addirittura in mezzo a una foresta.
Tuttavia, al di là di questi e altri anacronismi, la scena della battaglia è dotata di un indubbio valore storico. I due eserciti vengono infatti rappresentati secondo due concezioni contrapposte della guerra: disciplinati, organizzati e tecnologicamente avanzati i romani; forti e coraggiosi, ma anche del tutto disorganizzati i germani. In questo modo il regista del film riesce a comunicare allo spettatore, attraverso le immagini, alcune delle caratteristiche della civiltà romana che ne garantirono il successo e l'espansione: l'organizzazione, la disciplina, la tecnica.

I gladiatori e i lari
Due altri temi sono trattati in modo sostanzialmente corretto nel film: le lotte tra i gladiatori e le concezioni religiose. Le scene di lotta fra gladiatori abbondano e in genere sono caratterizzate da una violenza molto accentuata. La violenza di questi “giochi” corrisponde alla realtà storica, così come non è una forzatura il fatto che questi spettacoli, nonostante la loro estrema violenza, fossero molto apprezzati dai romani.
Più interessante è però la rappresentazione delle credenze religiose dei romani. Il film insiste molto sulla fede nell'oltretomba, che sicuramente nel II secolo era molto diffusa nell'Impero romano. Ma l'aspetto più originale della rappresentazione della religiosità romana è costituito dall'insistenza sul culto degli antenati. Il protagonista Massimo viene infatti spesso mostrato mentre prega di fronte a idoli che rappresentano i parenti defunti. Ebbene, riti di questo genere, dedicati cioè agli spiriti divinizzati degli antenati – che i romani chiamavano “lari” – costituivano effettivamente una delle tradizioni religiose più antiche e più sentite dalla popolazione; sottolineandone l'importanza nella vita del protagonista, il regista ci permette dunque di capire meglio un altro aspetto fondamentale della cultura e della civiltà dei romani.

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